Come sta cambiando la formazione in tempi di new normal e maggiore digitalizzazione? Quali tendenze possiamo trasformare in opportunità per migliorare il nostro futuro? Sul tema della formazione si è aperto un dibattito che ha coinvolto università, scuole di formazione, future designer, filosofi e molti altri.
Già nel 2017 uno studio del World Economic Forum evidenziava il cambiamento in atto per il cui il 65% dei bambini che stavano frequentando le scuole elementari avrebbe fatto ‘da grande’ un lavoro che ancora non esisteva.
Le competenze di oggi e di domani
Quali sono oggi le skill più richieste, considerando l’estrema velocità con cui la tecnologia cambia lo scenario? Sicuramente le competenze digitali, ma anche le soft skill tra cui change management, comunicazione, team working, problem solving, come emerge dall’indagine conoscitiva di CUOA Business School pubblicata su un articolo de Il Corriere della Sera del 19/10/2020.
A queste molte ricerche aggiungono anche competenze trasversali utili per la gestione del team e l’interazione organizzativa quali ad esempio:
• migliorare la capacità di ascolto
• saper definire e gestire gli obiettivi
• accrescere la motivazione per raggiungere gli obiettivi
• saper utilizzare in modo efficace lo storytelling per coinvolgere i collaboratori, narrare i servizi e i prodotti
• sviluppare il pensiero critico
In questo scenario in continua evoluzione dobbiamo essere pronti a cogliere i micro segnali deboli e precoci di tendenze e megatrend emergenti, esaminandone rischi e opportunità.
Cinque i trend della formazione che ti invito a considerare per il 2021:
• every where every time (ovunque e dovunque)
• esperienza
• personalizzazione
• longlife learning
• nuove tecnologie
Vediamole una a una.
Formazione dove vuoi, quando vuoi
Abbiamo sempre più spesso la necessità di formarci in ogni momento della giornata e in ogni luogo, soprattutto essendo freelance. Non tutti però disponiamo di più device, soprattutto se abbiamo figli in età scolare e quindi dobbiamo ricorrere allo smartphone per poterci collegare in libertà.
Proprio per questa ragione alla didattica sincrona (web live) si sono affiancati percorsi organizzati in pillole di breve durata fruibili in mobilità mobile learning e rapid e-learning. Anche noi di Freelance Network Italia offriamo le nostre pillole di formazione dedicate ai freelance associati.
Esperienza
Come già dimostrato dal modello d’apprendimento 70:20:10 sviluppato dal Center for Creative Leadership (CCL) a metà degli anni ’80 (Morgan McCall Michael, M. Lombardo e Robert A. Eichinge), il 70% dell’apprendimento avviene per via esperienziale, mentre solo il 20% sociale e il 10% formale (didattica frontale, libri, ecc.).
In tempi di distanza fisica il valore dell’esperienza è ancora più importante. Che cosa ricordi con più piacere delle giornate di formazione? Sicuramente i momenti di condivisione con i colleghi, lo scambio di emozioni, il metterti alla prova. Queste esperienze possono rivivere grazie alla tecnologia che annulla le distanze e al team building o alla gamification.
Nei percorsi di formazione sono stati inclusi anche game come le digital escape room con ruolo di edutainment. Mentre si risolvono quiz ed enigmi, si ricompongono frasi e si trovano oggetti s’impara a lavorare in team, a sviluppare la leadership e si apprendono nozioni utili al proprio lavoro.
Personalizzazione
Se da una parte c’è la necessità di riqualificare e migliorare le competenze (reskilling e upskilling) per cogliere le opportunità offerte dal mercato, dall’altra si torna a parlare di centralità della persona e soprattutto di stili di apprendimento che non possono essere omologati a delle sigle tipo instant learning, ecc.
In un futuro molto vicino (alcune grandi aziende lo stanno già attuando) ognuno di noi avrà accesso a:
- un percorso personalizzato in ottica di longlife learning
- a pillole formative specifiche che vadano a colmare le esigenze di una precisa fase lavorativa come si suggerisce nella modalità ‘learning in the flow work’.
Longlife learning
Come avrai avuto modo di sperimentare, la formazione continua è fondamentale non solo per ottenere un lavoro, ma anche per mantenerlo. Una consapevolezza che accomuna i freelance ai lavoratori dipendenti, i più giovani ai più esperti che sono motivati a formarsi in maniera costante anche durante il tempo libero.
Dal Cegos Observatory Barometer 2020 (survey annuale realizzata dal Gruppo Cegos) emerge che il 76% dei lavoratori sarebbe disposto a seguire corsi di formazione al di fuori dell’orario di lavoro e il 51% a valutare anche l’autofinanziamento parziale dei costi della formazione. Secondo il 60% lo sviluppo delle competenze è una responsabilità condivisa tra azienda e lavoratori.
La ricerca indica altri fattori molto interessanti:
• l’importanza del coinvolgimento nelle sessioni formative (l’aspetto ludico e interattivo 43%- simulazioni di situazioni lavorative reali 48% – facilità di accesso ai contenuti 54%)
• la creazione di percorsi formativi personalizzabili (35%)
• tra le skill da sviluppare per il futuro: capacità di adattamento (52%), comunicazione digitale (46%) e remote management (45%)
Nuove tecnologie
Da febbraio 2020, momento del lockdown, i formatori hanno dovuto riprogettare la formazione, passando dall’offline all’online (digital learning). Sono tornati sui ‘banchi di scuola’ per studiare nuove tecnologie per coinvolgere i discenti. Troppe ore davanti allo schermo in videoconferenze rendono l’attenzione un bene sempre più prezioso. Già da qualche anno una ricerca di Microsoft ha segnalato che la soglia di attenzione è scesa a 8 secondi, meno di un pesce rosso a causa dell’‘infobesity’.
Hanno adottato nuove applicazioni e piattaforme d’interazione con i corsisti quali, ad esempio, Mentimeter, Socrative per avviare lavori di gruppo in breakroom, inserendo poll e quiz, wordcloud per stimolare la collaborazione anche a distanza.
Queste strumentazioni stanno dando grandi opportunità di apprendere e sentirsi coinvolti al tempo stesso. I più ‘tecnologici’ sperimentano anche nuovi approcci formativi, grazie all’utilizzo della realtà virtuale e su piattaforme di social VR come Altspace VR, Engage VR dove hanno tenuto alcuni seminari e corsi universitari (Università degli Studi di Napoli ‘Parthenope’ e VR@Polito).
Le piattaforme di Social VR permettono infatti di condividere un luogo virtuale con altre persone, d’interagire, muoversi agilmente come in vera e propria presenza. Si condividono le stesse emozioni, non c’è l’affaticamento o il desiderio di evadere che spesso si verifica durante le classiche riunioni in Zoom o GotoMeeting, perché si è in co-presenza con un livello d’attenzione superiore alla norma e la possibilità di co-creare esperienze con i discenti.